RASSEGNA STAMPA
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Concambio Bipop, risarciti gli ex azionisti con 3,5 milioni
GIORNALE DI BRESCIA 8 Febbraio 2009
Il risarcimento solo per chi ha esercitato l’azione legale, se l’avessero fatto tutti Unicredit avrebbe dovuto sborsare 1,2 miliari
BRESCIA “Ci sarà pure un giudice a Brescia”. Così disse l’avvocato Gustavo Visentini quando, parafrasando il famoso auspicio-invettiva del mugnaio della Berlino del “700, patrocinò insieme a Stefano Balestrieri e allo Studio Alpeggiani di Milano l’azione di Lino Gervasoni contro il concambio delle azioni Bipop-Capitalia. Ebbene, a Brescia un giudice c’è. Sono i fatti a confermarlo. Il Tribunale di Brescia, con sentenza immediatamente esecutiva, ha condannato Unicredit a risarcire gli ex azionisti Bipop-Carire .Per la cronaca, come ha comunicato l’avvocato Balestrieri, i ricorrenti sono già stati indennizzati. Spieghiamo, non senza un breve necessario riepilogo. Unicredit, il primo istituto di credito italiano, pur avendo perso la causa ha evitato il peggio. Se tutti gli azionisti Bipop, la banca bresciana incorporata nel 2002 da Banca Roma-Capitalia fusa a sua volta in Unicredit, avessero impugnato le delibere di fusione e il conseguente concambio deciso allora da Cesare Gerozzi, oggi la banca guidata da Alessandro Profumo dovrebbe pagare qualcosa come 1,2 miliardi di euro, pari a oltre 4 mila miliardi di vecchie lire. Poiché i ricorrenti sono stati invece una trentina – due gruppi raccolti intorno alle famiglie di Lino Gervasoni e dell’imprenditore Luigi Becchetti – Unicredit se la cava con 3, 5 milioni di euro. Di questi, poco meno di 1,5 milioni vanno alle tre società che fanno capo a Lino Gervasoni (Mael, Ifin e Gecofin oggi fuse in una sola, la Mael presieduta da Michele De Tavonatti e gestita da Maurizio Bacchiega) e circa 2 milioni al gruppo composto dalle famiglie Becchetti, Strapparava, Combini, Muzzini,
Machi e Capuzzi. Così ha sentenziato il tribunale di Brescia il 28 novembre scorso, giudicando iniquo il concambio “concesso” allora da Banca Roma-Capitalia con il benestare del governatore Antonio Fazio, stabilendo in 0,45 euro per azione il saldo compensativo da versare ai ricorrenti. Risarcimento quantificato sulla base della rigorosa perizia affidata dal Tribunale a Maria Martellini, docente all’Università di Brescia. La sentenza è stata impugnata dai legali di Unicredit. Ma ciò non ha impedito ai legali degli attori azionisti di incassare il risarcimento stabilito dal giudice. “Quei concambi – ribadisce Balestrieri – erano palesemente iniqui, una sorta di “patto leonino”, di “prendere o lasciare” che gli azionisti Bipop dovettero allora subire”. Michele De Tavonatti, presidente di Mael, si dichiara soddisfatto. Così pure Lino Gervasoni, proprietario della società. “Unicredit faccia pure ricorso – dicono – ma intanto ha dovuto ottemperare alla sentenza”
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